Certo fa un effetto strano.
Da quando seguo il mondo della mobilita’ elettrica ho provato esclusivamente macchine elettriche o , quando ho voluto esagerare, macchine ibride.
Stavolta pero’, complice una splendida giornata di sole, ho voluto fare una cosa diversa.
Mi spiego.
A Cortina in verita’ ero salito per provare la nuova Audi E-tron ma, alla notizia che la macchina non era più disponibile, dopo le imprecazioni di rito, ho pensato che in fondo da un po’ avrei voluto capire cosa fa la tecnologia di assistenza alla guida nei fuoristrada.
E questa forse era l’occasione buona
L’opportunita’ è stata quindi a Febbraio la visita al centro Audi driver Experience di Cortina.
Posto dove di macchine da provare ce n’erano un sacco.
Dalle Audi RS4 alle RS6 passando per le Q7, macchine dai 300 ai quasi 600 cavalli della RS6.
Io ero curioso però di capire non tanto quanto io sarei stato in difficolta’ con i 600 cv della Rs6 ma, evitando le figuracce, di comprendere come un grosso SUV come la Q5 si comportasse in fuoristrada spinto.
Così, terminate le formalita’ di registrazione, l’istruttore mi ha accompagnato verso un Audi Q5: motore 3000 a gasolio da 286 cavalli.
Salito in macchina mi ha accolto la classica opulenza Audi
che, anche se non si lascia andare agli effetti scenografici del mega tablet Tesla, ti mette perfettamente a tuo agio, complici anche il Virtual Cockpit, cruscotto interamente digitale da 12,3”, e lo schermo da 8,3” dell’Infotainment che ospita anche il navigatore, tanto per non essere da meno della casa americana.
Pronti Via e ci avviciniamo al primo ostacolo: il panettone.
Una montagna artificiale alta un paio di metri da cui io devo salire e scendere.
E se penso che l’ultima volta in cui raffrontato un’altra cosa del genere, salendo in moto oltre 15 anni fa su un Argine, è finita con mia moglie che mi offendeva quando ci siamo adagiati sull’Erba.
E la cosa mi fa un po’ preoccupare.
Poi quando l’istruttore mi dice di allinearmi al centro della strada davanti alla salita mi tranquillizzo un po’ pensando che se ti fanno fare queste cose e’ proprio perché la Q5 è stata progettata per farle.
Allora do’ un filo di gas ed il Suv da 18 quintali si arrampica piano, contrariamente a quello che io avevo pensato, lentamente ma inesorabilmente.
Mi sono dimenticato pero’ che dopo essere saliti bisogna anche scendere.
Così dopo un paio di metri di falsopiano a 2 metri di altezza comincia la discesa.
Recupero la calma pensando che queste macchine, per gli incapaci come me, dispongono di un dispositivo che in questi casi le fanno scendere da sole.
E mi sbaglio … perche’ la macchina sta aspettando di capire cosa voglio fare ed il sistema non interviene subito ma solo quando la velocità ha superato i 10 km orari.
Il problema e’ che, in una discesa troppo corta, si rischia che il sistema non faccia in tempo ad intervenire finendo cosi’ per impattare brutalmente il piano col muso dell’auto.
Per fortuna a salvarmi interviene l’istruttore che, quando capisce che io sto andando verso l’impatto, mi avvisa che è meglio dare un colpo di freno.
A quel punto, mi dice, la macchina capirà che io voglio scendere piano piano.
Così dopo un colpo di freno il Q5 mi porta giu’ sano e salvo nonostante la mia evidente incapacità.
Ma soprattutto salvando il suo spoiler dall’impatto con l’asfalto del piazzale.
Poi è la volta dei dossi alternati sinistra destra dove puoi comprendere quanto sia importante l’escursione delle sospensioni dove la macchina praticamente si guida da sola.
Ma, se dopo il panettone pensavo che il più fosse fatto, arriva il piano obliquo a spaventarmi definitivamente.
E quando l’istruttore mi dice “allineati al centro e procedi piano” io guardo con moltissima diffidenza la rampa che mi aspetta.
Guardo l’ostacolo e comincio a pensare che dopo una breve salita che mi porta in quota l’angolo di inclinazione e’ di almeno 40 gradi.
Il panico ormai sta arrivando e mi vedo già rovesciato su un fianco.
“Non ce la posso fare” continuo a pensare.
E meno male che ci pensa il mio istruttore a tirarmi fuori dal baratro di paranoia dove sto sprofondando quando mi dice dove mettere le ruote tenendole dritte.
“Allora “ penso “vuol dire che magari ce la possiamo fare. Non credo proprio che voglia la macchina si rovesci”
E soprattutto non credo che voglia lo faccia dalla sua parte !
Così, procedendo piano e soprattutto facendo violenza al mio istinto che mi direbbe di girare le ruote verso l’alto facendo pero’ ribaltare l’auto, ascolto l’angelo custode seduto alla mia destra.
Ed incredibilmente riesco a farmi tutta la rampa inclinata senza rovesciare la macchina.
Così quando scendo, fermandomi un attimo ad ammirare quella che in fondo è una macchina da oltre 60.000 Euro non riesco a non essere stupito da ciò che riesce a fare quasi da sola.
Vabbè per fortuna col fuoristrada l’esperienza è finita, adesso c’è un giro sulla statale che da Cortina porta a Dobbiaco con il Q8 motorizzato come il Q5 ovvero il V6 3000 turbo diesel da 286 cavalli.
La macchina però è profondamente diversa.
A parte l’interno dove gli schermi centrali sono addirittura due, il passo è più lungo ed ha un po’ di quintali in più.
Quello che mi interessa qui non e’ tanto capire quanto forte e vada il Q8 ma quanto tranquillamente puoi guidare in tranquillità una macchina da 4,98 metri su una strada piena di saliscendi e tornanti.
Anche perche’ probabilmente io con una macchina cosi’ probabilmente solo quello potrei fare …
Quindi vado con un filo di gas rimanendo stupito di quanto una macchina da quasi 5 metri possa essere reattiva non appena tocco lo sterzo.
Io me l’ero immaginato come il caratteristico SUV da commendatore dove in autostrada viaggi su una nuvola, ma quando invece ti trovi a doverti destreggiare tra i tornanti sembri di essere su una nave in tempesta.
Invece no.
La macchina copia la strada e quando la butti nelle buche fatte dal ghiaccio non te ne accorgi nemmeno.
Ma in compenso se acceleri un po’ ti accorgi che il Q8, nonostante le quasi due tonnellate, dove la metti sta.
Così dopo una ventina di chilometri su strade di montagna ti verrebbe voglia di continuare a guidarla chiedendo di farlo per almeno altri venti.
Ormai pero’ è ora di pranzo ed il mio istruttore si offre di accompagnarmi a pranzo a Misurina con il Q5.
Facendomi capire come quella macchina che mi ha portato ad arrampicarmi su dossi impossibili possa essere una macchina che se la sai guidare di soddisfazioni te ne puo’ dare parecchie.
Complici i 32 centimentri in meno di lunghezza, il passo più corto ed i quasi 4 quintali in meno rispetto alla Q8.
Anche se, a dire il vero, a Misurina quando scendo dalla macchina mi viene il dubbio che buona parte della differenza l’abbiano fatta non solo il peso ed il passo dell’auto ma soprattutto il piede di chi la guidava.